Valentina Massa

Valentina Massa è nata il 7 novembre 1978. Si è laureata in Scienze Biologiche (2002) e ha conseguito il Dottorato di ricerca (PhD) in Biologia Cellulare e Molecolare presso l’Università degli Studi di Milano (2005) con un periodo di training di 18 mesi presso Texas A&M di Houston (Texas, USA).

È attualmente Professoressa Associata di Biologia Applicata all’Università degli Studi di Milano dal 2019, dopo l’esperienza di post-doc presso la UCL di Londra (2005-2010) e successivamente presso la Fondazione MBBM di Monza (2010-2012). Dal 2012 al 2019 ha ricoperto il ruolo di Ricercatrice a tempo determinato presso il Dipartimento di Scienze della Salute dell’Università degli Studi di Milano.

La sua attività scientifica è rivolta alla comprensione dei meccanismi cellulari e molecolari alla base delle malformazioni del sistema nervoso centrale e beneficia di numerose collaborazioni nazionali e internazionali. Uno degli interessi principali riguarda lo studio della patogenesi di sindromi genetiche rare appartenenti al gruppo delle cromatinopatie utilizzando modelli sperimentali in vitro e in vivo. Per una di queste, la sindrome di Cornelia de Lange, attraverso una solida collaborazione con l’Associazione dei pazienti e ricercatori clinici è in corso lo sviluppo di una sperimentazione clinica farmacologica, dimostrando la fattibilità dell’approccio bench to bedside anche nel contesto delle malattie genetiche rare. Negli ultimi 10 anni si è inoltre dedicata alla promozione e alla divulgazione dell’importanza della ricerca scientifica presso il grande pubblico con particolare attenzione alle ragazze e donne nel mondo STEMM. Tali attività hanno avuto diversi riconoscimenti, tra cui il prestigioso premio “Medaglia d’oro di Benemerenza civica della città di Milano” nel dicembre 2021.


“Sono abituata a dire ai giovani che io sono una scienziata, parola troppo poco usata.
Mi sento fortunata a fare il lavoro più bello del mondo dove essere curiosi è una virtù e non un vizio: science is magic that works (K. Vonnegut).
La possibilità di formare nuovi scienziati è una responsabilità e una sfida che può dare grandi soddisfazioni. Uno dei migliori insegnamenti che ho avuto è che per avere risultati, potenzialmente di grande impatto per la società, ci vuole tempo, costanza e pazienza. L’insegnamento che cerco di dare è che la scienza non si fa da soli ma ci vuole collaborazione tra tutti gli attori coinvolti”.

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