Dire, fare, viaggiare

Dire, fare, viaggiare

Grazie al progetto pilota “Spazio di ascolto” che ha aperto la strada questi sono gli ambiti di lavoro che si vogliono sviluppare.

  • Sviluppare una idea di gruppo e di collaborazione

    Sfruttando la conoscenza pregressa dei partecipanti è sufficiente creare un maggiore affiatamento perché possa sorgere una maggiore consapevolezza del gruppo. L’idea di creare una chat whatsapp aiuta a condividere alcuni vissuti ed essere in contatto nei diversi momenti delle giornate. Dovrebbe diventare un “luogo” di organizzazione per la programmazione delle attività in remoto e delle giornate in presenza. Soprattutto in occasione di queste ultime, il gruppo whatsapp viene utilizzato come strumento per la suddivisione dei compiti e ciò crea un ottimo spirito di collaborazione. Una precisazione: lo smartphone è stato qui inteso proprio come strumento a vantaggio del gruppo e non in termini scorretti e dispersivi.

  • Stimolare autonomie domestiche e territoriali

    Nel momento in cui l’incontro in presenza concede di svolgere attività di pranzo in autogestione, il gruppo si attiva per decidere il menù e definire le fasi di preparazione del pasto (dalla tavola al cibo). In questa situazione emerge la buona capacità organizzativa da parte di tutti, i quali in autonomia decidono quali incarichi assegnarsi in base alle competenze (e abitudini) individuali. Riguardo alle autonomie sul territorio, il riferimento è espressamente per i percorsi in treno che i partecipanti dovranno necessariamente intraprendere per raggiungere le mete di incontro. La necessità di vedersi in località diverse per cercare di avvicinarci a turno a tutti, aiuta a sviluppare l’autonomia dell’uso del mezzo pubblico. Per alcuni di loro sono le prime volte che intraprendono un viaggio in autonomia, senza genitori e per il gruppo di amici.

  • Incrementare la capacità organizzativa

    I partecipanti sono chiamati spesso a “prendere in mano” in prima persona le attività. L’educatore vuole essere uno spettatore e mettersi in ascolto e in aiuto in caso di necessità. Ciò, con buona probabilità, è da stimolo per prendere iniziative e al contempo per migliorare la loro autostima. In tal senso, gestiranno gli acquisti dei biglietti del treno in base agli orari prefissati di incontro, genereranno i link per le videochiamate, ricercheranno ristoranti e si cureranno delle prenotazioni di ciò che, in una determinata città, si vuole visitare.

  • Incentivare la consapevolezza del sé

    Gli incontri in presenza, soprattutto, sono usati in maniera pertinente come momenti di confronto e scambio sulla consapevolezza, sul “chi siamo, quali i nostri limiti e quali le nostre risorse”. In linea con quanto definito a inizio progetto, il “taglio” che si dà ai momenti di discussione è quello del dare maggior peso alla positività che è in ognuno di loro. E ciò aiuta a creare una maggiore autostima e autodeterminazione.


Incentivare la consapevolezza del sè
Riguardo proprio a quest’ultimo punto, ripercorrendo un po’ i vari incontri, provo ad elencare alcune tematiche emerse, specificando che tutte sono sempre state condivise dai partecipanti ed ognuno ha espresso pareri, chi in modo più marcato chi meno, ma sempre interessati e centrati rispetto alle argomentazioni esposte.

  • Social e abuso del cellulare

    Il cellulare è uno strumento di comunicazione il cui utilizzo deve essere fatto in tal senso ed i social rappresentano spesso un racconto parziale e scorretto della realtà.

  • Diversità e confronto con “gli altri”

    L’essere coscienti di avere una disabilità, porta i partecipanti a sentirsi automaticamente diversi dalla maggior parte delle persone. Ed il sentirsi diversi e isolati ha come conseguenza l’emersione del sentimento di mancanza (di amicizie, di affetti, …). A riguardo, il messaggio che abbiamo provato a formulare è che possiamo tentare una prospettiva diversa, a darci valore per ciò che siamo, a non sentirci qualcuno solo in riferimento agli altri, ma a sentirci noi perché siamo noi, fatti come siamo fatti. Da ciò è poi sorto un altro aspetto importante: il riscontro di un benessere generalizzato quando siamo fra simili, tra i quali vi è complicità e reciprocità.

  • Tematica dell’indipendenza – Tematica del lavoro

    Per alcuni di loro è importante avere uno slancio ulteriore che si possa concretizzare nella indipendenza dal nucleo familiare (qualcuno ha abbozzato una sorta di tematica del “dopo di noi”) e nell’avere una occupazione lavorativa ben definita che garantisca autostima e autonomia economica. Durante gli incontri in presenza questa tematica è stata messa in pratica anche attraverso una richiesta semplice, ma preziosa e che l’operatore ha da subito assecondato: avere un momento in cui non fosse presente la figura educativa.

  • Incentivare la consapevolezza del sé

    Gli incontri in presenza, soprattutto, sono stati usati in maniera pertinente come momenti di confronto e scambio sulla consapevolezza, sul “chi siamo, quali i nostri limiti e quali le nostre risorse”. In linea con quanto era stato definito a inizio progetto, il “taglio” che è sempre stato dato ai momenti di discussione è stato quello del dare maggior peso alla positività che è in ognuno di loro. E ciò ha aiutato a creare una maggiore autostima e autodeterminazione.

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